Biografia

COSIMO DELLA DUCATA

(Gallipoli, 06-01-1934 – Lecce, 01-06-1995) pittore e scultore salentino.

Nasce a Gallipoli il 6 gennaio 1934 nel cuore della città antica, da una modesta famiglia, padre artigiano del legno e madre sarta. Da bambino è scosso dalla perdita prematura del fratello di quattro anni.

Nel 1940 frequenta la scuola elementare e media nel centro storico di Gallipoli evidenziando sin da subito le sue doti artistiche. Vive e cresce vicino la piccola chiesa della Purità dove la sua formazione umana e di artista autodidatta è influenzata dalle opere d’arte degli artisti del passato che arricchiscono le chiese di Gallipoli.

Si stabilisce con la famiglia a Lecce e ancora giovanissimo interrompe gli studi Magistrali per arruolarsi volontario nell’arma dell’Aeronautica Militare e a Galatina (Le) consegue il grado più alto dei sotto-ufficiali. Nel 1954 incontra e sposa Rachele, la donna dalla quale ha avuto tre figli e che sarà per tutta la vita la sua ispiratrice, sostenitrice e modella.

Dopo diversi trasferimenti per obblighi militari e dopo aver subito una seria operazione, nel 1962 rientra con la famiglia a Lecce. Nel 1964 acquista il terreno per la costruzione della propria casalaboratorio dove conduce con la propria compagna una vita di sacrifici e ricca di soddisfazioni. Qui darà vita ed espressione al suo fervore artistico.

Nel 1968 realizza la sua prima esposizione nella Galleria Ente Turismo di Gallipoli (Le). Dal 1969 inizia una frenetica produzione artistica di pitture ad olio, sculture in piombo e disegni su cartoncino. Partecipa a biennali, rassegne di arte sacra, d’arte moderna e contemporanea nazionali ed internazionali. Espone in mostre collettive e personali, partecipa a concorsi ricevendo premi e riconoscimenti regionali, nazionali ed internazionali.

Nel 1972 in occasione di una mostra personale alla Galleria Maccagnani in Lecce stringe amicizia con la scrittrice e poetessa Giulietta Livraghi Verdesca Zain ed il poeta Nino Pensabene, una delle coppie più affiatate della storia letteraria e personalità artistiche più in sintonia con la sua visione dell’arte.

A partire dal 1973, l’artista conduce una ricerca concentrata sull’interiorità dell’individuo e sugli aspetti emotivi e spirituali della vicenda umana. Esegue quadri monocromatici di soggetti mitologici, 5 opere sul vestibolo dell’Inferno dantesco, 10 opere interpretate con ironia su Picasso, altri affreschi nella propria abitazione, disegni con la china su cartoncino e sculture in terracotta.

Nel 1975 colloca in un’ala del castello di Copertino di proprietà della poetessa Giulietta Livraghi Verdesca Zain e del poeta Nino Pensabene opere pittoriche come “Sodoma e Gomorra”, “La Crocefissione”, L’Apocalisse” e “Guarda all’Est”. Realizza le quattordici stazioni della “Via Crucis” per la Chiesa di S. Antonio in Martina Franca (Ta), per la Cattedrale Maria S.S. Assunta in Cielo di Ugento (Le) e inizia i bozzetti per una “Via Crucis” di grandi dimensioni che verrà completata nel 1980.

Nel 1978 riceve la nomina di Accademico d’Italia con medaglia d’oro presso il Palazzo delle Manifestazioni di Salsomaggiore Terme. Su ordinazione dipinge la “Pietà vestita” che viene collocata presso la Cripta della Comunità “Le sorgenti” di Villa Convento (Le).

Nel 1980, in occasione della visita a Lecce del Sommo Pontefice San Giovanni Paolo II, dona ai Musei Vaticani, una scultura in terracotta raffigurante il “Volto di Cristo” esposta nella sala Borgia.

Raggiunge la piena maturità artistica tra il 1979-1989 quando realizza numerosi studi di teste e ritratti in miniatura di grande immediatezza espressiva e opere di grandi dimensioni come “Il trionfo della verità dopo la morte” n°12 pannelli, olio su tela, cm197x252, un polittico di sessanta metri quadrati, iniziato nel 1979 e terminato nel 1983. Dietro l’opera scrive: “Alla mia adorabile Lina: dedico questa grande opera, a mia moglie che ha saputo soffrire in tutti questi anni della mia vita artistica insieme a me, condividendo gioie e dolori”.

Nella Cappella dell’ospedale di Gallipoli (Le) viene collocata l’opera pittorica “E nell’ora sesta vennero le tenebre”. Nel 1987 un’importante antologica al Castello Angioino di Gallipoli suscita scalpore ed interesse per l’unicum delle opere esposte in cui l’artista presenta i frutti di tutta la sua intensa attività pittorica e scultorea. Per la prima volta viene presentata al pubblico l’opera politica “Il trionfo della verità dopo la morte” olio su tela di circa sessanta metri quadrati.

Le opere della tarda maturità datate tra il 1989 e il 1993 sono caratterizzate da schemi compositivi più cromatici e da elementi di carattere simbolico e biblico. Dipinge su piatti di creta, su legno e realizza un gran numero di sculture in terracotta, legno, piombo, ottone, pietra leccese, bronzo e cartapesta. Nel 1994, colpito da una grave malattia, tenta per disperazione e per slancio spirituale di terminare l’affresco intitolato “A Padre Pio” situato nella propria stanza da letto. Durante la giacenza nell’ospedale di San Giovanni Rotondo, disegna molto con la china, la matita, il carboncino e l’acquarello. Il 1° giugno del 1995 si spegne all’età di 61 anni nella sua casa durante i lavori in corso di completamento del salone-atelier. Le sue spoglie riposano presso la Cappella privata del cimitero di Lecce. Egli scrive:

“Ho perso la vita ma non perdo chi sono”
“Qui chi non è più rivive e i muti spiegano gli oracoli”

La sua ampia produzione artistica, per la maggior parte inedita al pubblico, è conservata nella casamuseo di proprietà degli eredi ed è considerata profondamente innovatrice per la capacità di acuta introspezione psicologica e una grande padronanza dei mezzi tecnici.
In venticinque anni di attività artistica in cui ha prodotto circa duemila opere, numerosi e notevoli sono i contributi che questo artista ha dato all’arte figurativa salentina del novecento. Nel 1996 gli eredi donano al Museo Diocesano Palazzo Lopez di Otranto (Le) un’opera olio su tela, cm 190×200 intitolata “I Martiri d’Otranto”, raffigurante l’eccidio di Otranto del 1480. Successivamente vengono collocate le 14 stazioni della “Via Crucis” olio su tela, cm248x147 nella Cattedrale di “Don Luigi Orione” in Venafro (Is). Nel 2001 per tutelare il patrimonio artistico e divulgare il messaggio dell’artista, gli eredi istituiscono un’ Associazione Artistico Socio Culturale, senza scopo di lucro, apartitica ed apolitica con la volontà di promuovere progetti ed iniziative artistiche, culturali e sociali, avvalendosi di
rapporti di collaborazione con enti ed istituzioni pubbliche e private, nazionali ed internazionali, musei, scuole ed università.
Nel 2012 il Comune di Lecce titola una piazza a suo nome.


Per la biografia di Cosimo Della Ducata a cura di Rachele Grassi clicca qui.

Biography

COSIMO DELLA DUCATA

(Gallipoli, 06-01-1934 – Lecce, 01-06-1995) painter and sculptor from Salento.

Born in Gallipoli on January 6, 1934 in the heart of the ancient town, from a modest family, his father was a wood craftsman and his mother was a seamstress. As a child he is shaken by the premature loss of his four-year-old brother.

In 1940 he attended primary and middle school in the historic centre of Gallipoli immediately highlighting his artistic skills. He lived and grew up near the small church of Purity where his own training as a self-taught man and artist is affected by the works of the past artists who adorned the churches in Gallipoli.

He settled with his family in Lecce and he was still very young when he left his teacher training secondary school to volunteer in the Air Force by obtaining the highest NCO rank in Galatina, in the province of Lecce.

In 1954 he met and married Rachel, the woman with whom he had three children. She will be his lifetime inspiration, supporter and model.

After several transfers for military service he underwent a serious operation and in 1962 he returns to Lecce with his family. In 1964 he bought the land to build his own home-workshop where he spent a life of sacrifice and rewarding with his wife. There he would give life and expression to his artistic fervour.

In 1968 he held his first exhibition in Gallipoli Tourist Board Gallery. In 1969 he began a frantic artistic production of oil paintings, lead sculptures and cardboard drawings. He was actively involved in biennials, both national and international sacred and modern/contemporary art exhibitions. He exhibited in group and solo exhibitions, participated in competitions where he won
regional, national and international prizes and awards.

In 1972, on the occasion of an exhibition at Galleria Maccagnani in Lecce he made friends with the writer and poetess Giulietta Livraghi Verdesca Zain and the poet Nino Pensabene, one of the closest couples in the literary history and artistic personalities more in tune with his own artistic vision.

From 1973 on, the artist focused his research on the individual interiority and on emotional and spiritual aspects of human life. He carried out monochrome paintings of mythological subjects, five works on the vestibule of Dante’s Inferno, ten works on Picasso, interpreted with irony, other frescoes at his place, Indian ink cardboard drawings and clay sculptures.

In 1975 he placed other paintings such as “Sodom and Gomorrah”, “The Crucifixion, “The Apocalypse” and “Look East”in a wing of the Copertino castle owned by the poetess Giulietta Livraghi Verdesca Zain and the poet Nino Pensabene. He created the fourteen stations of the “Way of the Cross” for Saint Anthony’s Church in Martina Franca, for Our Lady’s Assumption Cathedral in Ugento and began the sketches for his large “Way of the Cross” which will be completed in 1980.

In 1978 he was appointed Academic of Italy with a gold medal at Salsomaggiore Terme Palace of Events. He was requested to paint the “Dressed Pietà” which was located at the Community Crypt “The Sources” in Villa Convento.

In 1980 during Pope John Paul II’s visit to Lecce he gave the Vatican Museums a clay sculpture depicting “Christ’s Face” to be exhibited in Borgia’s room.

He reached his full artistic maturity between 1979 and 1989 when he carried out a number of paintings about heads and miniature portraits of great expressive immediacy and large-scale works such as “The Triumph of Truth after Death” on twelve panels, oil on canvas, 197 x 252 cm, a sixtymetre-square polyptych, started in 1979 and ended in 1983. Behind the work he wrote: “To my lovely Lina: I dedicate this great work to my wife who really suffered with me during my artistic life, by sharing joy and sorrow”.

In the Chapel of Gallipoli hospital the painting “And at the 6th hour came the darkness” is placed. In 1987 a major retrospective at Gallipoli Angevin Castle caused stir and interest for the unique feature of the exhibits in which the artist presents the fruits of all his intense painting and sculptural activities. For the first time his polyptych “The triumph of Truth after Death”, oil on canvas of aboutsixty square meters, is presented to the public.

The works of his late maturity dated between 1989 and 1993 are characterized by more chromatic compositional schemes and by symbolic and biblical elements. He painted on clay plates, on wood and produces a large number of clay, wood, lead, brass, Lecce stone, bronze and papier-mache sculptures. In 1994, suffering from a serious illness, he tried to complete his fresco (out of despair and spiritual impetus) entitled “To Padre Pio” located in his bedroom. During his hospitalization at San Giovanni Rotondo, he drew extensively by making use of Indian ink, pencil, charcoal and watercolor. On June 1st 1995 he died at 61 at home while his own workshop was going to be completed. He was buried at Lecce cemetery, in his private chapel. He wrote:

“I lost my life but I do not lose who I am”
“Here, who is no longer lives again and the dumb explain the oracles”

His extensive artistic production, mostly unpublished, is kept in the home-museum owned by his heirs and is considered deeply innovative owing to his ability of sharp psychological insight and a great technical mastery and command. Throughout twenty-five years of artistic activity he produced about two thousand works, several remarkable contributions were given by this artist to figurative Salento art in the twentieth century. In 1996 his heirs gave the Diocesan Museum of Palazzo Lopez in Otranto an oil on canvas work, 190×200 cm, entitled “The Martyrs of Otranto”, depicting the 1480 slaughter of Otranto. Later on the 14 stations of the “Way of the Cross”, oil on canvas, 248 x 147 cm, are placed in “Don Luigi Orione” Cathedral in Venafro (Isernia). In 2001 in order to protect his artistic heritage and spread his message around, his heirs set up a non-profit Socio-Cultural Artistic Association, which is also non-partisan and apolitical, meaning to promote several projects and artistic, cultural and social initiatives, by establishing relationships with both public and private, home and foreign institutions, museums, schools and universities. In 2012 a square is named after his name in Lecce (Piazza Cosimo Della Ducata).